I MONUMENTI DELLA CITTA' DI ANDRIA
a cura di Saccotelli Nunzia.
Palazzo di Città. Situato all'interno dell'antica cinta muraria l'ex convento dei padri minori conventuali è contemporaneo alla costruzione dell'annessa chiesa di S. Francesco. Esso si estendeva su una superficie di 1600 metri quadri ed era dotato di due chiostri posti su livelli differenti. A seguito della legge Murat del 1809 fu confiscato e nel 1814 fu ufficialmente reso, per usi pubblici, all'Università di Andria che già ne utilizzava alcuni locali per archivio e assemblee del Decurionato. Nel 1839 l'allora sindaco di Andria R. Porro incaricò l'architetto Luigi Castellucci di realizzare un progetto di ristrutturazione. Nel 1850 grazie anche all'importante contributo del giovane Federico Santacroce si rimaneggiò la facciata che è la parte più considerevole dell'edificio in quanto la meno sottoposta a modifiche: neoclassica, simmetrica e sollevata su tre gradini, caratterizzata da ali laterali e da un avancorpo centrale comprendente lo scalone d'ingresso a doppia rampa, l'atrio con portico e l'attico sormontato da un orologio. Nel XIX secolo sul chiostro posto a sinistra, fu costruito un carcere che a sua volta tra il 1960 e il 1965 fu abbattuto in quanto pericolante. Al suo posto sorge ora un edificio che ha ospitato, per diversi anni, il comando dei vigili urbani. Il chiostro di per se' è esistente ed è sede di uffici comunali. L'ultimo restauro al quale fu sottoposto il Palazzo di Città risale al 1962.
Palazzo Ducale. La tradizione vuole che il Palazzo sia sorto sulle fondamenta di una costruzione fortificata di epoca sveva ma l'ipotesi è da verificare. Si dice anche che qui sia nato Corrado IV di Svevia nel 1228. A ridosso dell'abside della Cattedrale, si notano i resti di impianto umanistico-rinascimentale risalenti ai Del Balzo, duchi della città dal XIV al XVI secolo. L'aspetto attuale venne dato da Fabrizio Carafa, nel secolo XVI, quando il Palazzo fu ampliato e assunse un aspetto principesco. Verso la metà del XIX secolo fu venduto agli Spagnoletti-Zeuli che aggiunsero un nuovo corpo di fabbrica di fronte a piazza "Catuma". Nei primi del '900 si ristrutturò il lato prospiciente piazza La Corte.
Porta S. Andrea. La Porta di Sant'Andrea è l'unica superstite delle quattro porte della città e ricorda il legame tra Andria e l'imperatore Federico II di Svevia. Nelle sue vicinanze sorgeva una omonima chiesetta, abbattuta negli anni '50 assieme all'omonimo quartiere detto "Grotte". La struttura attuale è stata costruita nel 1593 in relazione, sembra, con l'invenzione con l'immagine sacra della Madonna dei Miracoli avvenuta nel 1576, nella cui direzione essa si apre. La data è incisa in maniera poco leggibile al di sopra della chiave dell'arco alla base di un grandioso stemma centrale, oggi scomparso. Sulla sommità della facciata tardo rinascimentale si trova incisa la seguente iscrizione:
IMPERATOR FEDERICUS AD ANDRIANOS
ANDRIA FIDELIS NOSTRIS AFFIXA MEDULLIS
Al di sotto di questa epigrafe, in luogo del citato stemma centrale, è murata una epigrafe apocrifa che reca l'iscrizione "1230". L'iscrizione si riferisce all'episodio riportato dalla tradizione secondo la quale nel 1229 l'imperatore Federico II di Svevia, di ritorno dalla Crociata detta anche "Crociata degli scomunicati" sbarcando in Puglia trovò numerose città in rivolta mentre solo Andria gli testimoniò amicizia e fedeltà.
Sempre secondo la tradizione, nei pressi della porta sarebbe avvenuto l'icontro tra Federico II di Svevia ed i rappresentanti delle famiglie nobili della città (Quarti, Curtopassi, Marulli, Conoscitore e Fanelli) che gli tributarono fedeltà.
In tale occasione l'Imperatore avrebbe dettato il citato esametro "Andria fidelis nostris nostris affixa medullis", poi inciso ulla sommità della porta. Per questo motivo la porta è chiamata dal volgo anche con il nome di "Arco di Federico".
Nella seconda metà del XVIII secolo la facciata fu sopraelevata con un fastigio barocco in tufo, ben distinguibile dalla parte sottostante in pietra calcarea.
Torre dell'Orologio. Sorge su Via Corrado IV di Svevia, nei pressi della chiesa di Santa Maria Mater Gratiae. Fu eretta al tempo di Francesco II del Balzo su una probabile torre di avvistamento. Dotata in origine di una sola campana che batteva le ore, successivamente, nel XVIII sec., fu restaurata da Riccardo Tupputi e fu dotata di una seconda campana che batteva i quarti d'ora e di una meridiana in piastrelle di maiolica policroma.
Monumento dei Caduti. Il Monumento, il cui stile presenta reminiscenze dell'arte classica, sorge al centro del Parco della Rimembranza, detto così perchè‚ vi furono piantati 800 alberi a memoria degli andriesi caduti nella guerra del 1915-1918. Progettato dall'ing. Riccardo Ceci, fu costruito ed inaugurato nel 1930, ai tempi del podestà Pasquale Cafaro. In origine il monumento culminava con una statua in bronzo raffiqurante la vittoria alata. Questa fu donata alla patria, in periodo di guerra, per contribuire alla fabbricazione dei cannoni. Nel 1968, cinquantesimo anniversario della vittoria del 1918, il giardino fu ribattezzato Parco 4 Novembre.
Castello (resti). Il Castello di Andria fu costruito dai normanni nell'ambito del processo di "incastellamento" dagli stessi svolto durante e dopo la conquista dell'Italia meridionale. Ubicato in corrispondenza del punto più alto della città, nei suoi pressi sorgeva la porta omonima, demolita nel XIX secolo. La struttura normanna originaria doveva essere poco più che un palazzo fortificato costruito sul ciglio delle mura. Nel periodo svevo il castello fu ampliato con la costruzione di una torre quadrangolare
collocata verso l'esterno, a ridosso della cinta muraria. Successivamente, in periodo aragonese, la torre fu circondata da un baluardo poligonale e ridotta in altezza per essere meno esposta al tiro delle artiglierie. Nella parte sud del castello furono costruiti degli alloggiamenti militari, successivamente trasformati dai Carafa in mulini. Nella prima metà dell'800 la struttura originaria normanna era divenuta di proprietà privata e trasformata in abitazioni civili. Nel 1827 il bastione poligonale fu trasformato in sede del corpo di guardia urbano: una porta aperta a forza attraverso lo spessore murario reca nel cartiglio della chiave l'iscrizione "Custos Domus 1827". Successivamente l'intera struttura, compresa la zona dei mulini, è divenuta di proprietà privata. Nella seconda metà del XIX secolo la parte a nord del bastione è stata demolita per la costruzione di un edificio privato. Quello che resta del castello è oggi incastrato tra un palazzo ottocentesco a sinistra, costruito sull'area delle fossate, ed un palazzo contemporaneo sulla destra.
Bibliografia:
Riccardo D'Urso - Storia della città di Andria dalla sua origine al corrente anno 1841 - Napoli 1842.
Vincenzo Zito - L'antica "Porta del Castello" di Andria - Bari 2004.
Prof. Pietro Petrarolo. "Andria dalle origini ai tempi nostri" - Sveva Editrice.
"Andria itinerario storico culturale". A cura della Pro-Loco con il patrocinio del Comune di Andria.
Vincenzo Schiavone - Sant'Andrea delle "Grotte" primissima cattedrale di Andria - ivi 1997.
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